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Immaginiamo un lungo poema composto da equazioni; non sillabe e accenti ma simboli, numeri e lettere di alfabeti differenti. Che cos'hanno in comune la poesia e la scienza? Le equazioni sono espressione di un linguaggio universale, condiviso da tutta l'umanità, e la loro bellezza è pari a quella dei fenomeni naturali che descrivono. Proprio come è possibile racchiudere la realtà in un sublime insieme di parole, così ciò che ci circonda - dai fulmini all'architettura delle cattedrali, o dalla più piccola particella subatomica all'espansione dello spazio cosmico - può essere condensato in equazioni: espressioni di un equilibrio non meno perfetto di un verso di Dante o Shakespeare. Con tono fabulatorio e appassionante, Graham Farmelo ripercorre la storia delle equazioni attraverso la parabola degli scienziati che le hanno forgiate, Newton e Galileo, Schrodinger e Heisenberg, Einstein e Planck, osservandoli alle prese con la fatica e la dedizione quotidiane della loro missione o nel momento magico dell'intuizione fondamentale. Aneddoti biografici e costruzioni teoriche si intrecciano e danno vita al racconto della scienza, ovvero di come l'uomo ha svelato le leggi della natura e ne ha afferrato l'affascinante logica interna.